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Restauro lampadari classici a Palazzo Mazzetti-Asti
Siamo orgogliosi di aver coniugato le tecnologie attuali e le tecniche antiche per realizzare questo delicato intervento di restauro di lampadari classici in vetro di Murano e in stile Ca' Rezzonico del tardo Ottocento.
Nel contesto sociale cittadino Palazzo Mazzetti testimonia l’affermazione di una famiglia di nobili origini, arricchitasi con l’attività della Zecca e con attenti acquisti immobiliari. Lo stemma dei Mazzetti é infatti caratterizzato da tre mazze sorretto da due liocorni affrontati. Nel tempo il palazzo é stato oggetto di accorpamento di diversi edifici medievali oltre alla realizzazione di nuovi ambienti. Il prestigio della dimora nobiliare è testimoniata dai soggiorni di Giacomo Stuart (1717), del re di Sardegna Carlo Emanuele III (1727) e di Napoleone I (1805). Nell'Ottocento diviene Museo civico e raccoglie opere provenienti da chiese e conventi soppressi, microsculture di ebanistica locale, tappezzerie e tessuti pregiati, dipinti di vari artisti locali e non.
Nel 1937 Palazzo Mazzetti venne acquistato dalla Cassa di Risparmio di Asti . Nel 2000 la Fondazione acquista il Palazzo e affida il progetto di restauro, ristrutturazione e riqualificazione funzionale all’architetto Giovanni Bo. Vengono eseguiti tra il 2003 e il 2005 i primi lavori urgenti di consolidamento delle volte e di sistemazione del tetto. Infine, nel dicembre del 2011, si giunge al completamento dei lavori, al riallestimento del museo e alla riapertura completa di Palazzo Mazzetti.
Quando siamo stati contattati dall'Arch. Giovanni Bo per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti per questo importante lavoro di restauro di lampadari e in particolare del grande lampadario in vetro di Murano e di altri lampadari classici presenti a Palazzo Mazzetti e risalenti al XIX secolo , ci siamo sentiti davvero onorati nonché emozionati di poter prendere parte a questo progetto delicato e importante. Il restauro per noi non é solo un atto di conservazione degli oggetti sui quali andiamo ad intervenire, ma un dovere nei confronti di una cultura del passato della quale tramandare il valore. Grazie al supporto dell'Architetto Giovanni Bo e del responsabile del Museo il dr. Andrea Rocco abbiamo avuto la possibilità di studiare la documentazione storica inerente i lampadari presenti. Sono seguiti diversi sopralluoghi e rilievi, per meglio comprendere lo stato di conservazione dei meravigliosi lampadari che arredano questi ambienti, a partire dal grande lampadario presente nel Salone d'Onore.
Il grande lampadario del Salone d'onore
Appena entrati ci si trova sotto una volta ornata di ghrilande vegetali piegate da nastri che raccordano le volte unghiate delle finestre aperte sul ballatoio, sorretto da mensole a voluta. Sulle pareti, ci sono pannellature dipinte con paesaggi fluviali e collinari su modello dei soggetti eseguiti in Piemonte nel Settecento. Mentre l'arredo é originale del Settecento. Al centro spicca il grande lampadario in Vetro di Murano del tardo Ottocento. Questo grande lampadario era fortemente ammalorato e compromesso ed il suo rifacimento ha richiesto non solo il ripristino di tutti gli elementi vitrei ma anche il completo rifacimento e messa a norma delle strutture metalliche e degli impianti elettrici. Il lampadario è monumentale, largo più di due metri e alto quasi quattro metri, con un peso di circa 350 kg, dotato di 48 luci su 4 livelli ed è ornato nel classico stile veneziano floreale policromo. Il restauro del grande lampadario é fedele alla documentazione storica che ci é stata messa a disposizione dal museo. Mentre i singoli elementi decorativi, sono realizzati riscoprendo le tecniche artigianali e manuali del vetro artistico tipiche della fine '800. Il vetro di Murano con il quale é stato restaurato il grande lampadario é stato ottenuto con una miscela di minerali studiata per replicare le composizioni di vetro dell'epoca. Le tecnologie usate per realizzarlo sono state invece all'avanguardia: partendo da una modellazione 3D del lampadario originale siamo stati in grado di replicare con grande fedeltà le forme e le proporzioni originarie. I materiali impiegati per le strutture metalliche e gli impianti elettrici sono stati realizzati garantendo un fattore di sicurezza molto alto, in linea con le attuali normative prodotto.
Lampadario ca' rezzonico nella Sala dello Zodiaco
Questa sala é così denominata per i soggetti che incorniciano l’Allegoria del Tempo, La scena centrale raffigura il dio Crono che incombe sulla Bellezza dormiente, ma lo scorrere del tempo è illustrato anche dai simboli dello Zodiaco e dalle figure allegoriche delle Stagioni. Qui é alloggiato al centro un lampadario Ca' Rezzonico a 16 luci in cristallo e fiori policromi nei colori rosso, blu, giallo con giardini e piramide.
Lampadario ca' rezzonico nella sala delle armi
L’ampia sala presenta la coppia di sovrapporta con la Friggitrice di polenta e indovino e la Rissa fra giocatori di carte e una terza che è la copia dei Commedianti con l’incontro tra san Filippo Neri e san Felice di Cantalice esposto sulla parete destra. Dal soffitto ornato da stucchi angolari con volute sfrangiate pende un lampadario classico in vetro di Murano chiaro a 18 luci su due piani adornato da alcuni elementi settecenteschi in vetro policromo.
Lampadario ca' rezzonico nella sala delle stagioni
Questa collezione di manufatti cinesi e giapponesi rappresenta il nucleo più importante delle raccolte orientali del Museo Civico di Palazzo Mazzetti ed è caratterizzato dall’eterogeneità di manufatti, che tuttavia rispecchiano il gusto per le chinoiseries e japonaiseries diffusosi in Europa a partire dal XVII secolo. Il grande lampadario classico in vetro di Murano a 12 luci che campeggia al centro della Sale é caratterizzato da dei fiori in pasta policromi nei colori giallo, rosa ed azzurro e dei ciondoli lavorati.
Siamo orgogliosi di aver coniugato le tecnologie attuali e le tecniche antiche per realizzare questo delicato intervento di restauro di lampadari classici in vetro di Murano e in stile Ca' Rezzonico del tardo Ottocento. La soddisfazione di portare a nuova luce preziosi oggetti che sembravano ormai perduti, inutilizzabili e dimenticati rendendoli nuovamente protagonisti nelle varie sale del Palazzo.