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#Fiere ed eventi

Artemide & Mercedes-Benz

La collaborazione tra Artemide e Mercedes-Benz è il connubio tra due aziende che condividono gli stessi valori e un DNA fondato su ricerca e innovazione. #MDW2016.

Nello showroom di via Manzoni, Artemide ha presentato molte novità. Ne abbiamo parlato con Martin Bremer di Mercedes-Benz e con Michele De Lucchi.

Presentata il mese scorso a Francoforte, Ameluna è il frutto di un percorso congiunto intrapreso da Artemide e Mercedes-Benz, aziende che, pur operando in settori non contingenti, condividono gli stessi valori e un DNA fondato su ricerca e innovazione.

Domus: Qual è il valore aggiunto per Mercedes nel lavorare con Artemide?

Martin Bremer: Siamo una società che pensa al futuro. La vettura è un business, ma se si guarda a come la macchina evolve, mi riferisco alla guida autonoma, non si ha più solo la funzione di sedersi in una macchina e guidare. Creiamo uno spazio in cui vivere. Elementi come l’atmosfera e l’esperienza in macchina stanno diventando sempre più importanti. Bisogna dare una grande attenzione alla luce ambientale e a come si sentono le persone; è molto importante per noi imparare a stare insieme ad altri leader del campo del design.

Domus: com’è iniziato il tuo rapporto con Artemide e quale concetto si trova dietro la creazione di questo tipo di prodotto?

Martin Bremer: è stata la collaborazione con Swarovski – che collabora con l'azienda per i fari Mercedes – ad avvicinarci al mondo del design delle luci. È così che siamo arrivati a pensare a una lampada. L’illuminazione interna è diventata sempre più importante per noi e questo è il motivo per cui eravamo alla ricerca di questo tipo di collaborazione. Il nostro obiettivo comune è stato quello di esplorare la bellezza e l’emozione attraverso un design che mette l’uomo al centro delle sue riflessioni.

Artemide ha inoltre presentato il faretto Tycho che ha il compito di porre accenti e di farlo nella maniera più semplice possibile.

Domus: ci vorrebbe spiegare il concetto di “luce silenziosa” espresso nella lampada Tycho realizzata per Artemide?

Michele De Lucchi: C’è l’inquinamento luminoso così come esiste l’inquinamento acustico. La luce silenziosa è di per se un concetto chiaro. È la luce che non disturba. La luce che si adatta e che permette d’illuminare le cose e di funzionare per il beneficio che deve dare senza creare un ingombro. Senza abbagliare e senza superare quella soglia di conforto di cui abbiamo sempre bisogno e che cerchiamo continuamente per tutto.

Domus: Questo faretto è stato disegnato per creare una luce d’accento. Con quale obiettivo?

Michele De Lucchi: Tycho è nata per illuminare un’opera d’arte. In particolare per illuminare la Pietà Rondanini nella sua nuova sede dell’Ospedale Spagnolo al Castello Sforzesco. Però a tutti gli effetti se illumina l’arte può illuminare qualsiasi altra cosa.

L’arte è sicuramente la cosa più difficile da illuminare perché bisogna saperla illuminare con sensibilità senza superare i limiti del valore dell’oggetto stesso. Esaltandone le qualità senza disturbare. Tycho ha una prerogativa: ha una veletta antiabbaglio. Una veletta molto semplice realizzata dallo stesso cono di proiezione che, orientato nella maniera giusta, impedisce al LED che ha una luce molto forte, molto centrata, di colpire gli occhi e d’infastidirli.

Nello swhoroom di Via Manzoni sono state presentate altre nuove lampade Artemide, come Chlorophilia 2 di Ross Lovegrove, Décomposé Light e Farfalle di Atelier Oï e Silent Field di Carlotta de Bevilacqua e Laura Pressoni.

Lampada di Farfalle, atelier Oï per Artemide

Info

  • Milan, Italy
  • Artemide