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#Fiere ed eventi
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Umanità COME UNA al museo di Benaki a Atene
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Una collaborazione fra NEON e l'istituto del ć di Marina Abramovi (MAI), «poichè si» al museo di Benaki a Atene è stato concepito come esposizione di arte della prestazione che mira a presentare il pubblico greco a una vasta gamma di artisti greci ed internazionali come pure il processo della prestazione stesso con il metodo di Abramović.
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Il metodo, concepito e messo a punto «nonna dal ć autoproclamato di Marina Abramovi di arte della prestazione», ricava dalle sue proprie esperienze nel corso di 40 anni e cerca di collegare noi con i nostri propri auto e quelli intorno noi — ma in questo caso anche le funzioni come introduzione eccellente alla disciplina della prestazione art. Scambievolmente prendendo il ruolo sia dello spettatore che del partecipante, gli ospiti ottengono di avvertire questa forma di arte dall'interno verso l'esterno.
Come nei progetti partecipi precedenti di Abramović, (come per esempio «512 ore», la sua residenza 2014 a Serpentine Gallery a Londra), siete chiesto di lasciare tutti gli effetti personali personali e siete invitati a passare attraverso tre tipi di esercizi di riscaldamento. Con l'aiuto degli agevolatori preparati dal socio Lynsey Peisinger dei ć di Marina Abramovi, questi esercizi mirano a stimolare i sensi, allungano fuori il corpo e regolano la respirazione. L'aspetto collettivo di queste routine è inoltre una premessa adatta per che cosa verrà dopo. Entrando nello spazio comunale principale, siete sopraffatto dalla vista della gente impegnata nel silenzio completo in parecchie attività letargiche in tutto lo spazio: tutti i partecipanti sono obbligati a indossare l'suono-annullamento delle cuffie mentre in questa area e nella conversazione non è permesso. Comprendendo le diverse ed esperienze partecipi collettive cui siete libero di unirti per finchè gradite, le attività che fa parte del metodo sono basicamente esercizi nell'resistenza-addestramento originalmente sviluppato da Abramović come preparazione per realizzare gli impianti a lungo-durational. La disposizione di questa area come pure la progettazione della mostra di sopra, è da Katerina Apostolou e da Minna Colakis AK-A degli architetti.
Alcuni esercizi, come stare fermo con i vostri occhi chiusi su una piattaforma a pochi piani o mettere su un letto nell'ambito delle coperture, concedono una serenità raramente con esperienza nelle nostre routine quotidiane. Altri, come la camminata al rallentatore o la separazione e conteggio dei grani di riso e delle lenticchie, richiedono la concentrazione straordinaria ma abituato una volta al loro ritmo che vi ricompensano con un senso intensificato di essere presenti. Uno dei trapani più intriganti è una presa «sull'artista Is Present» (la prestazione 2010 di Abramović a MoMA in cui si è seduta immobile mentre gli spettatori sono stati invitati a prendere i giri che si siedono di fronte lei), dove siete invitato a sederti attraverso uno sconosciuto e uno sguardo fisso negli occhi di ciascuno, un'esperienza che si gira da maldestro ad intenso verso sereno. In ancora un altra esperienza terrificante, restate bendato gli occhi e per percorrere riluttante lo spazio con il tocco come vostra sola guida.
Avvertendo il metodo, poi vi avvicinate alle prestazioni che stanno accadendo sul secondo piano del museo e nell'atrio, ora armate molto meglio con un apprezzamento della determinazione degli artisti. In tutto, 29 greci e gli artisti internazionali partecipano alle 27 prestazioni, al precedente selezionato da Abramović ed ai suoi soci Serge Le Borgne e Paula Garcia che seguono una chiamata aperta. Sei delle prestazioni sono a lungo-durational, estendendo per l'intera durata del progetto mentre il resto, fatturato come «interventi della prestazione», è preveduto in tutto l'esposizione e l'ultimo da uno ai 6 giorni.
Sebbene abbastanza differente in estetico, tempo e disposizione, tutte prestazioni contino sul vigore straordinario, sulla concentrazione e sulla determinazione degli artisti. Per 8 ore al giorno per 7 settimane Virginia Mastrogiannaki, per esempio, si siede ancora e conta i secondi come un orologio umano («gergo "), mentre Nancy Stamatopoulou si concede soltanto i movimenti minimi nei confini ristretti del campo visivo di una macchina fotografica («caverna bianca ") e Thodoris Trampas passare i suoi giorni che lavorano nei 6 da una cellula dei 7 tester, situata nel cortile del museo, distruggente e ricreante una grande roccia («Pangea "). Altri esempi includono Yota Argyropoulou che è bloccato in una stanza scarsamente ammobiliata («uno alla volta ") mentre gli ospiti possono entrare in una vicinanza, identica stanza ed interagire con l'artista tramite una parete di vetro e Despina Zacharopoulou che permette che gli ospiti entrino nel suo spazio in cui realizza una serie di lavoretti ripetitivi che si trovano fra la meditazione e la punizione («tempo d'angolo "). I oltre ad ammirare la loro integrità e dedica artistiche, guardanti questi artisti perseverano contro esaurimento, la relegazione ed il tempo vi incita a rivalutare il vostro proprio atteggiamento nei confronti della natura ripetitiva ed inesorabile della vita.
Il programma di mostra inoltre è complementato dalle due ri-prestazioni degli impianti dal ć di Marina Abramovi — «Art Must Be Beautiful, l'artista Must Be Beautiful» (1975) e «pulire lo specchio» (1995) promulgati da 7 artisti come pure colloqui educativi, officine e selezioni che avanzano per chiarire il pubblico circa la natura della prestazione art. E sebbene non tutti gli ospiti arrivino ad un di più alto livello della coscienza o «trovi» con il metodo, collettivamente passando con le sue mansioni impegnative semplici eppure nella fantasticheria smorzata come pure guardando la perseveranza eccezionale degli artisti di esecuzione, infine diventare coscienti della nostra propria lotta comune contro il passo del tempo, della nostra umanità comune e del nostro essere «come uno».
Aggiornamento 22 aprile 2016: L'articolo è stato pubblicato per citare che la progettazione di mostra per asse UNO è stata fatta dagli architetti Katerina Apostolou e Minna Colakis agli degli architetti basati a Atene di pratica AK-A.