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#Fiere ed eventi
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Jonas Staal: Propagande
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Facendo uso di quattro casistiche, la mostra di Jonas Staal spiega intorno all'estetico architettonico, visto come modello di rappresentazione del pensiero politico che ha testimoniato spesso sorprendente passa gli anni.
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L'editoriale del gennaio scorso di Sicilia Libertaria, la rivista dell'anarchico per la liberazione e l'internazionalismo, legge: «… la Sicilia indipendente può soltanto essere la Sicilia senza lo stato…», «in parecchie parti del mondo in cui i tentativi di cambiamento sociale radicale sono in corso – il Chiapas e Rojava alla parte anteriore – stanno mettendo in discussione lo stato nazionale e stanno favorendo i progetti che promuovono una società sviluppata dal basso verso l'alto via le strutture collettive e l'autogestione diffusa.
Lo scrittore era Pippo Gurrieri, un anarchico siciliano rinomato con i grandi baffi e un cuore vero che continua a pubblicare e fare circolare Sicilia Libertaria. Ha parlato di che cosa scrive circa nelle sedi della rivista a Ragusa sul sabato mattina prima di Pasqua. Nella società dell'artista Jonas Staal e del curatore Matteo Lucchetti, ha preso la parola ed ha mostrato la saggezza rara mentre ha narrato la storia di questo centro ed il suo concetto della propaganda, della democrazia e del Parlamento.
Non è quindi coincidenza che la visione dietro «le propagande», una mostra sola di Jonas Staal alla galleria di Laveronica in briciole, è nato qui nel piccolo ma archivio prezioso di militanza siciliana, ispirato da Maria Occhipinti rivoluzionaria che al grido «dei noi non stanno andando!» ha avviato la sommossa di Ragusan contro la chiamata alle armi nel 1945.
È precisato sui tre pavimenti di una casa alta e stretta dentro via Garibaldi Rojava contenuto fotografie, aggiungente i volti nuovi ai vecchi manifesti dell'anarchico ed i documenti storici che caratterizzano l'iconografia del propagandista e del rivoluzionario (precisamente). Sulle pareti è l'anatomia per una rivoluzione: Serie di Rojava (2015), che visita l'indipendenza di Rojava, una regione curda in Siria del Nord che era nel 2011 autonomo dichiarato. Offre le occhiate e l'estetica di vita di tutti i giorni e delle riunioni pubbliche, uno strumento adottato da federalismo democratico e venire a simbolizzare la battaglia contro ISIS.
Ciò, infatti, è il punto di partenza: è possibile separare l'arte e la propaganda?
Facendo uso di quattro casistiche, Jonas Staal che la mostra – il corpus principale di cui è concentrato nella galleria di Laveronica in briciole – spiega intorno all'estetico architettonico, visto come modello di rappresentazione del pensiero politico che ha testimoniato spesso sorprendente passa gli anni.
Il lavoro di Jonas Staal lungamente è stato strutturato intorno alla relazione fra arte e politica ed è riassunto nel concetto «delle propagande» – nel plurale mentre la parola può adottare i significati differenti per le diverse forme di potere che possono influenzare l'estetico di produzione culturale.
Durante le rivoluzioni, la cultura e l'arte sono costrette per passare con un processo di ridefinizione ma l'edizione di centro è concentrata sempre sulla stessa dicotomia: come può politica arte libera dalla propaganda e come può l'arte politica libera? Rojava è, forse, attualmente dove queste riflessioni stanno manifestande al massimo.
Per una coppia di anni o così, l'artista ed il suo summit mondiale dell'organizzazione nuovo sono stati incaricati dal governo autonomo di progettare e sviluppare la costruzione di un edificio permanente che ospiterà le attività del Parlamento, provocante un nuovo agora in cui il federalismo democratico può piantare le sue radici. Un luogo pubblico aperto tutti ed alla circolare nella forma, come il globo di nuovo mondo, è un'espressione dei principi fondamentali della rivoluzione: laicismo, uguaglianza di genere, comunitarismo ed ecologia sociale. Questa operazione è stata generata dal nuovo summit mondiale, da un'organizzazione artistica e politica fondati nel 2012 da Staal che sviluppa «i Parlamenti temporanei» su vasta scala per i gruppi politici apolidi o proscritti. L'architettura (un bello modello di quale è visualizzato) è la fonte di democrazia apolide, usare il termine coniato da Abdullah Öcalan rivoluzionario curdo. Indica un nuovo modello basato per principi di governo autonomo, di uguaglianza di genere e di economia comune.
Un altro esempio dell'architettura comparativa è Lar di Nosso, Brasília, 2014, ha presentato in modello e due piani generali sovrapposti. Uno è della città del Lar di Nosso (Our Home) creata dallo spiritista Chico de Xavier medio. Nei 1944 libro, ha immaginato «una colonia di spirito» progettata per gli alcoolici dei coloni portoghesi morti. L'altro piano generale è di Brasilia di Oscar Niemeyer e di Lucio Costa, sopportato idealmente dall'azionamento del anti-coloniale e da un simbolo di indipendenza dal Portogallo. Sebbene presente di opposti, di modernismo e di spiritismo che sconvolge le similarità nella composizione urbana delle due città. La forgia del collegamento fra l'architettura e l'ideologia è «la grotta» insolita della galleria che contiene l'architettura chiusa (2011), una rappresentazione di una prigione basata su un progetto della dissertazione di grado dal mp olandese forte nazionalista Fleur Agema. Come giovane studente, ha proposto un modello di vita della prigione diviso in quattro fasi differenti, puntato su riabilitare i prigionieri e trasformarli nei membri produttivi della società.
Staal vede l'architettura come lingua che riproduce spesso fisicamente lo sviluppo delle economie globali e delle loro implicazioni politiche e del sociale nella ricostruzione dei tessuti sociali delle nazioni. Il monumento a capitale (2014-16) rappresenta i capitali di alta finanza via i grattacieli più alti del mondo. Il video è stato ispirato dall'indice e dalle manifestazioni del grattacielo di Barclays Capital, in forma grafica, una correlazione inversamente proporzionale fra la costruzione dei grattacieli più alti futuri del mondo e l'emergenza di nuova recessione finanziaria globale. Il concetto e l'immagine del monumento è collegato forte all'architettura. Kobane ha resistito ad un'assediamento interminabile che ha devastato alla fine del 2014 la città dopo di che le milizie curde la hanno liberata da ISIS. Il quadrato principale distrutto della città poi si è trasformato nell'argomento di molto dibattito mentre il governo auto-eseguito ha cercato di capire se e come costruire un monumento che completamente avrebbe trasportato questa battaglia sanguinosa per libertà. Hanno deciso che non un nuovo monumento ma le rovine stessi potrebbe esprimere il più bene la lotta che uomini e donne uniti sotto una ideale. L'arte è chiesta spesso di ritrarre il unportrayable ma questa scelta cancella tutti i dubbi e risponde in parte alle questioni sollevate «delle propagande».
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