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#News
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Effimero
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Antonio Di Cecco racconta il paesaggio «di variazione» delle montagne di Gran Sasso, in Italia ed il cielo sopra loro, affascinante e fragile.
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Fin da una lettera indirizzata al suo amico Pasquale Scarpitti nel 1972, Ennio Flaiano aveva descritto l'Abruzzo interno come «isola schiacciata fra un mare esemplare e due montagne – Gran Sasso e il Majella….» Circa quaranta anni più successivamente, Paolo Rumiz che dice circa il suo passaggio lungo ai posti nascosti sul Alpes e sul apennines usa spesso le parole come «isole», «spermwhale», «l'arcipelago» e lui chiama il suo libro la leggenda delle montagne di navigazione.
Anche se distrattamente sorvolate le immagini che Antonio Di Cecco dedica a Gran Sasso, trasportano la sensibilità che la montagna non può essere rappresentata altrimenti che facendo uso di una metafora del mare. Forse il movimento regolare di un atterraggio, l'oscurità incantevole del mare alla notte, una nave di navigazione. Un'osservazione paziente per prendere la precarietà e la fragilità piuttosto che la stabilità. Se volete ottenerlo, non dovete ritenere come la persona che prova a fermare o prendere qualcosa, appena per avere qualcosa mostrare o persino peggio da insegnare a. Dovete mettere da parte l'arroganza. Dovete abitare in quei posti con intimità e la distanza. Non dovete fare qualche cosa di più.
La materia è l'altezza. Ma lo sguardo che segue non è mai altero o non realistico, se indugia sopra uno sciame delle nuvole che scivolano fuori le valli o aumenta verso l'oscurità stellata. Che cosa importa non è l'indugio dell'obiettivo sopra il paesaggio, ma lasciare il paesaggio nell'obiettivo. Ama ritenere il percorso al di sotto dei suoi piedi nel suo vagabondaggio calmo e nell'aria che non è mai ancora. Una disciplina. Una forma d'oscillazione di attenzione in cui l'osservatore e la cosa osservata spesso cambiare i loro ruoli. Poi è il paesaggio che studia le sensibilità della gente che lo esamina. Alberto Bazzucchi
Antonio Di Cecco nasceva nel 1978 in L'Aquila, dove vive e lavora. Tenendo un grado in ingegneria architettonica, si preoccupa di fotografia dell'architettura e del paesaggio urbano come pure dell'analisi dei processi di intervento umano all'interno dei siti. Nel 2013, ha pubblicato in Pieno Vuoto. Aquilano di territorio del sul di sguardo di ONU (Peliti Associati), pubblicato da Benedetta Castelli Guidi, con un testo da Laura Moro, direttore di Istituto Centrale per La Documentazione dell'IL Catalogo e. È rappresentato dall'agenzia Contrasto.