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#Ispirazione
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La Camera giapponese
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Al MAXXI a Roma, una mostra esauriente studia l'interpretazione della casa dopo del 1945 vicino oltre 50 architetti giapponesi, capace di racconto della cultura intera.
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Con la mostra «la Camera giapponese. L'architettura & la vita dopo del 1945» coprodotte con il fondamento del Giappone, il centro del barbacane ed il museo di Tokyo di arte moderna, MAXXI presenteranno la centralità del tema dell'architettura domestica nella società giapponese attraverso il lavoro dei archistars quali Kenzo Tange, Toyo Ito, Kazuyo Sejima e Shigeru Ban, che di una serie di loro padroni, fino ad ora meno ben noti nell'ovest, quali Seike Shirai, Kazuo Shinohara e Kazunari Sakamoto come pure un gruppo straordinario di promettere ai giovani progettisti.
La mostra nasceva da un'idea da Kenjiro Hosaka e da Yoshiharu Tsukamoto e curated da Pippo Ciorra, curatore senior a MAXXI Archittetura diretto da Margherita Guccione, in collaborazione con Kenjiro Hosaka (museo nazionale di arte moderna, Tokyo) e Florence Ostende (centro del barbacane, Londra) con consulenza da Yoshiharu Tsukamoto (atelier Bow Wow/istituto di tecnologia di Tokyo).
Ciò è la prima mostra in Italia ha dedicato ad un tema che ha prodotto alcuni degli esempi più influenti e più straordinari dell'architettura moderna e contemporanea. Un oggetto ricorrente all'interno dell'immaginazione artistica, cinematografica e visiva, la casa è inoltre il posto concettuale in cui la società e la cultura giapponesi riuniscono due aspetti fondamentali della modernizzazione del paese: tradizione, con il suo sistema delle regole e delle abitudini e la tendenza per innovazione e la ricerca espressiva più radicale