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#News
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Il grattacielo dell'oasi del Noah trasforma gli impianti offshore in mare aperto negli bio--habitat verticali
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Il progetto dell'oasi del Noah trasforma gli impianti offshore in mare aperto negli bio--habitat verticali che contribuiscono a pulire le cadute di olio ed a ristabilire gli ecosistemi marini nocivi.
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Queste strutture galleggianti sono destinate per popolare le acque globali, assorbenti l'olio rovesciato dalla superficie del mare e trasportante lo alle loro unità di elaborazione interne in cui sarebbe convertito in tipo di plastica utilizzato come materiale da costruzione nella creazione delle barriere coralline. Il progetto ha vinto la menzione onorata dalla concorrenza relativa a quest'anno del grattacielo di eVolo.
Il grattacielo funzionerebbe a tre livelli: richiamerebbe l'urgenza di controllo dei danni quando viene alle cadute di olio, utilizza l'olio in un senso produttivo e, a lungo termine, fornisce il cielo sicuro in caso di aumento drastico del livello del mare. Il progetto, che affronta le emissioni della distruzione e della lotta contro l'inquinamento ambientali, ha vinto la menzione onorata alla concorrenza 2015 del grattacielo di eVolo.
La struttura sarebbe attaccata al fondale marino tramite tubi con un floater ad un'estremità. Nel caso di una caduta di olio, i floaters all'estremità di ogni tubo immediatamente assorbirebbero l'olio rovesciato che riguarda la superficie del mare. Inoltre servirebbe da habitat per vita marina e gli uccelli migratori, mentre la relativa effettuazione della relativa funzione del centro come installazione produttiva per plastica che sarebbe stata usata per costruire le barriere coralline.